martedì 31 gennaio 2012

La fine e l'inizio




E venne, infine, il 31 gennaio.
Non avrei mai immaginato che questa data potesse rappresentare una scadenza così temuta, tale da trapanare il cervello dapprima in maniera soft e persino evanescente, per assumere poi le caratteristiche di un tormento vero e proprio, in grado di occupare ogni interstizio della mente. Fino a stravolgere (è accaduto) anche il normale fluire della quotidianità.
C'è stato persino un momento in cui il panico ha rischiato di travolgermi.
In Rete si poteva trovare di tutto, anche se poi non era esattamente ciò che si stava cercando. Anche se i tutorial non risultavano essere davvero efficaci e sopraggiungeva, immancabile, la fase di un autentico blocco mentale.
Certo, avrei potuto ricominciare da zero, cambiando per tempo la piattaforma. Certo avrei anche potuto concludere che, considerate le scarse attenzioni riservate al blog da almeno un anno a questa parte, non sarebbe stato poi così grave lasciare che ogni cosa svanisse.
Poi però mi sono ritrovato a rileggere alcuni post, scritti in vari frangenti e solo allora mi sono reso conto di ciò che rischiavo di perdere, che la vera posta in gioco era quella parte di me che avevo depositato nei mesi e negli anni. Che aveva vissuto sotto gli occhi di persone care e interessate (anche se non tutte care e non tutte parimenti interessate).
Ma questa raggiunta e tardiva consapevolezza non ha neppure avuto il tempo di sedimentare, sostituita dalla fretta, dall'ansia, dalla tensione.
Credo di aver vissuto per circa un mese, certamente per un paio di settimane, come un “drogato”. Della blogosfera, in questo caso. E questo ha significato dedicare buona parte delle risorse e del tempo a capire come migrare, senza perdere nulla.
Ho così vagabondato per piattaforme, saltellando da un forum all'altro. C'è stato chi si era offerto di compiere  il servizio completo di “trasloco”, in cambio di una pizza. Ma poi dal tariffario praticato, sebbene di pochi centesimi a post, ti rendevi conto che si trattava di tante pizze, di quelle farcite.
Ho seguito le interminabili discussioni che vertevano sulla privacy così vulnerata, sui danni che si sarebbero potuti procurare utilizzando male codici e linguaggi. C'è stato persino chi proponeva di denunciare alla Guardia di Finanza chi effettuava il “trasloco”, perché si poteva configuare come evasione fiscale. Il delirio allo stato puro, insomma.
Ho anche attraversato blog che da tempo erano stati abbandonati. Con tenerezza sono tornato su quello che avevo visitato e frequentato la prima volta (si era nel 2004). Dove la partecipazione era stata così attiva al punto da farmi considerare che potevo aprirne benissimo uno.
Sono poi passato da quelli che erano stati importanti, ne avevo conosciuto le proprietarie e le relazioni si erano allargate sfociando nella parola scritta con mail, quando non addirittura una presenza telefonica. Non ho mai incontrato nessuna di loro. E ciò che restava (e tra poco non esisterà più) erano brandelli di vita, racconti di emozioni, parti di esistenze che chissà quale direzione avranno preso.
Ma mi sono anche reso conto che l'avvilimento e il disagio erano di molte persone, conosciute e no. Ho convenuto che si stava consumando un piccolo dramma, però capace di generare grandi disappunti. Persino traumi.
Le energie si sono allora moltiplicate, le ore dedicate al sonno decurtate: nello scorso fine settimane, quando la migrazione di questo blog è riuscita al completo (e da quel che ho potuto appurare senza nessun commento perduto), sono andato a dormire alle 3. In precedenza mai prima dell'una e trenta.
La scrivania su cui ho appoggiato il desktop è sommersa dalla carta. Ci sono fogli A4, ma anche pagine di quaderno, post it. Annotazioni vergate con nervosismo, di traverso, alternando penna, evidenziatore, matita. Lunghi elenchi di codici XML, account e password, e-mail e link. E poi le stampe delle varie guide: alcune dettagliate, altre scritte per iniziati, altre ancora semplicemente inutili. Lo sono state anche prima, lo saranno ovviamente adesso che la tempesta di sentimenti si sta placando.
Tra le numerose riflessioni lette nell'occasione mi è piaciuta questa di timeline, un'amica della blogosfera, di quelle che entrano nel cuore e lasciano sensazioni gradevoli. Per questo ne riporto qui stralci significativi, sperando che non me ne voglia. È stata scritta l'8 dicembre 2011.

Chiudere casa reca in sé un gesto definitivo. Uno strappo, una ferita simile al sentirsi orfani [ed io so cosa vuol dire sentirsi orfani].
Da quando ho saputo della chiusura nulla è come prima.
Sono molto attaccata alle piccole cose che fanno bello il quotidiano vivere e qui ci sono molti segni e altrettante tracce importanti, per me, che andranno perse... Certo ho messo al sicuro le parole - le mie e le vostre - ma ripartire da un'altra parte, in un'altra casa un po' m'inquieta... Il nuovo spaventa... L'incertezza si mostra in tutte le sue sfumature. (...)
Questo è l'ultimo post su Splinder.
L'ultimo di una lunga serie. E se guardo la serie di post e commenti che in questi anni mi hanno fatto compagnia e scaldato l'anima, il senso di perdita si fa ancora più fondo (…)”.


Qualche norma per l'uso, adesso. Questo su blogspot sarà il blog principale che però ho voluto trasferire anche sulla piattaforma Wordpress. Vedrò di farli procedere in parallelo. Le caratteristiche tecniche sono diverse, saranno il tempo e l'uso a determinare una scelta consapevole e motivata. Di certo qui è tutto molto più stimolante e richiede impegno, com'è giusto che sia.
Cercherò di essere quotidianamente presente, di riprendere quei ritmi necessari per lasciare traccia. Dove Facebook rivela la propria inadeguatezza è proprio l'incapacità di essere spazio di riflessione, più che di discussione. Ché anzi, di quella, ce n'è fin troppa, ridondante e straripante.
Ci saranno ancora lavori in corso, sia per acquisire familiarità con strumenti di editing completi, ma anche per sperimentare e, volendo restare nella metafora di nuova casa, per tinteggiare e mettere le tende alle finestre con il giusto abbinamento di colore e ben stirate.
Per il resto... C’è una forza misteriosa e demoniaca nell’attrazione amorosa, come l’ha raccontata Goethe nelle Affinità elettive, una forza tale da scavalcare la razionalità e vellicare l’emotività che poi i ricordi trasfigurano”. 30/12/2004 ore 18:48.
Ecco, da qui si può ripartire, congiungendo idealmente l'incipit di quel primo post con la conclusione di quest'ultimo, il vero primo post nella nuova abitazione.


12 commenti:

  1. Te la sei cercata, parlando sempre di Travaglio...diciamo che il sistema ti ha preso in parola e ti ha fatto travagliare....

    [cerco goffamente di scherzarci, ma in effetti condivido gran parte di sensazioni e vicissitudini...fosse un album, sarebbe "Brothers in arms"; fosse un film, "Fratelli nella notte".
    Au revoir, e bene fai col blog parallelo, anche questa scelta è condivisa.....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Fratello, hai ragione. Ho proprio tirato quasi fino all'eccesso la corda, rischiando di impiccarmici. Anche perchè non ho allevato la proverbiale serpe in seno, ma un tarlo che si è fatto largo sempre di più. E, in ogni caso, sono al sicuro anche i file XML che rappresentano la certezza.
      Quanto al blog parallelo sei stato tu a suggerirmelo, forse - visto che va di moda - a tua insaputa.
      Ci ritroveremo.

      Elimina
  2. come già sai, il tuo "travaglio" ha fatto sì che io nel giro di mezz'ora avessi online il mio blog vecchio completo.
    comunque, oggi per curiosità ho provato ad andare su splinder e accorgermi che è sparito nel nulla, come se mai fosse esistito, mi ha fatto un certo effetto.
    last, but not least, tra wordpress e blogstpot preferisco di gran lunga il secondo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E infatti sono stato molto contento di esserti stato utile e felice di ritrovarti.
      Non sono ancora andato su Splinder, ma non credo di sbagliare affermando che proverei più o meno le tue stesse sensazioni. Tempo, poi, un mese e anche questo travagliato periodo della blogosfera sarà archiviato. Già l'archivio: essenziale in questo frangente e la sicurezza di averlo accanto a tua disposizione. Rasserenante.
      Tra le due piattaforme ancora non posso esprimermi, ma di getto mi sono fatto l'idea che potrebbero completarsi a vicenda, anche se sono diverse nell'approccio.

      Elimina
  3. Arrivo dal blog di Sil.E condivido le parole di Blue: dopo giorni passati a salvare, scegliere piattaforme..ecc...stamattina è stata quasi una liberazione, vedere quella mostruosità verdolina al posto della solita home.Ho trattenuto il respiro per un attimo...quattro anni della mia vita cancellati così, anche se li ho salvati altrove non saranno più quelli, non so come spiegare.Di certo si ricomincia, si va avanti.Non è che un viaggio, in fondo.I luoghi possono cambiare, i viaggiatori siamo sempre e soltanto noi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sagge e appropriate parole, ma d'altra parte provenire da Sil è un marchio di fabbrica, ma proprio doc.
      Il rapporto con se stessi misurato sui post scritti, gli anni che scorrono e scoprirsi cambiati. Per forza di cose, durante la migrazione, ho ceduto alla tentazione di rileggere qua e là (anche per verificare che tutto stesse procedendo bene) e mi sono accorto che la rilettura avveniva con uno stato d'animo differente. Aggiungo che andrebbero lasciati, questi post, in archivio, senza riaprirli, perchè in certi casi rappresentano un tormento.
      Però è altrettanto importante sapere che sono lì. Perchè, appunto, "i viaggiatori siamo sempre e soltanto noi".

      Elimina
  4. Grazie Frank di essere passato...piacere di ritrovarti.Le parole di Blue raccontano un'esperienza comune a molti di noi...Io purtroppo non sono riuscita a salvare tutto...
    un piccolo vuoto splinder lo ha lasciato ma come dice Riyueren quello che conta è ritrovarsi

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Prego Sil e il piacere è soprattutto mio. Ritrovarsi in un luogo in fondo surreale, ma così vitale, è bello. Bello ritrovare persone come te che rappresentano un valore.
      Mi dispiace che tu non sia riuscita a salvare tutto, ma peggio sarebbe stato non ritrovarsi più. E invece ci siamo e continueremo ad esserci.
      Il saluto più caro.

      Elimina
  5. Ciao Frank...grazie per questo post.
    Rileggere le mie aprole - oggi che splinder è scomparso dai radar - fa uno strano effetto e mi conforta.

    Pensa che quest'ultimo post non l'ho salvato, dunque questo che hai postato è l'unico frammento della lunga serie di parole che per sette anni sono state parte di me.
    Satsera quando ho provato a scrivere l'url del mio blog ed ho visto una informe pagina giallognola, ho avuto una attimo di smarrimento....come se avessi perso la mia bussola...

    Splinder è stato per sette anni la mia seconda casa.
    Ho incontrato persone splendide con cui sono nate amicizie profonde e persone che con le loro parole mi han fatto sentire meno sola.
    Il trasloco non è stato, non è e non sarà semplice.
    Credo che non sarà mai più come prima.
    Ma il cambiamento è anche questo, saper trovare nuovi colori e nuove forme.
    Ho un'altra casa su wordpress chè ancora non so dove mi fermerò...anche se è molto difficile essere presente cercherò di esserci...

    un grande abbraccio
    a te e agli amici di splinder :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Blue, generalmente copio integralmente quello che mi serve e poi, come in questo caso, estrapolo le parti più rilevanti e taglio il resto. Però se il lavoro di "taglia e incolla" si rivela più lungo, trasferisco tutto su un nuovo file. Questa volta non è stato così e in tal modo il tuo post, che pure avevo copiato interamente, l'ho eliminato, dopo averlo distillato. Se solo l'avessi saputo...
      Però forse una sorpresa potrei fartela ugualmente.
      Per il resto hai sottolineato sempre e ancora efficacemente cosa abbia significato questa migrazione forzata e lo stravolgimento, poi, che si è ripercosso nel quotidiano.
      Anch'io ho conosciuto belle persone, conservo indirizzi, poco altro: tutto scomparso con i loro blog. Un velo di tristezza è inevitabile, anche se non le hai mai viste e, tranne rari casi, neppure parlato. Però c'era dentro quei blog tanto vissuto. Ma, allo stesso modo, è bello ritrovarsi- forse come reduci sfuggiti alla temoesta - su nuove sponde e scoprire quanto sia importante questo spazio, quanto diventeranno importanti "nuovi colori e nuove forme".
      Un caro e grande abbraccio a te, anche perchè le radici "splinderiane" resteranno sempre comuni :-)

      Elimina
  6. Io ci sono.
    Questo sfondo che hai scelto è bello ma lo associo a tristi ricordi...

    RispondiElimina
  7. @Artemisia, bella e importante la tua presenza, però con lo sfondo mi metti in imbarazzo, perchè associandolo a tristi ricordi potresti evitare di tornare... E sarebbe un peccato. Io ti aspetto comunque.

    RispondiElimina